Vita Associativa - Emmaus all´Assemblea del CNCA

12/12/2014
Emmaus era presente all´Assemblea nazionale della Federazione
del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza
(CNCA).
Don Armando Zappolini è stato confermato presidente nazionale
del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza
(CNCA). L´Assemblea nazionale della Federazione, che si è
ritrovata a Roma il 12 e il 13 dicembre 2014, ha eletto il nuovo
Consiglio nazionale, composto ora - oltre che da don Zappolini -
da Carla Bartolucci, Salvatore Cacciola, Pasquale Calemme,
Vincenzo Castelli, Paolo Cattaneo, Tiziana Ciliberto, Massimo
Costantini, Silvia Dalla Rosa, Carlo De Angelis, Riccardo De
Facci, Alessandra De Filippis, Marina Galati, Mauro Giacosa
(confermato tesoriere), Matteo Iori, Liviana Marelli, Fabrizio
Mariani, Vincenzo Martinelli, Anna Melis, Luigi Nardetto, Stefano
Nonino, Alessia Pesci, Caterina Pozzi, Maria Stagnitta, Stefano
Trovato, Marco Vincenzi, Vito Mariella.
"Il CNCA è fatto da sognatori con i piedi nel fango", ha
dichiarato don Zappolini. "Ci offriamo come un luogo di pensiero
e di scambio aperto a tutte le organizzazioni sociali che operano
per il benessere collettivo e la promozione dei beni comuni. Le
nostre radici devono restare nel lavoro che volontari e operatori
portano avanti ogni giorno, ma a tutti coloro che si impegnano
nell´intervento sociale diciamo: non ci si può limitare al fare,
bisogna coltivare il sogno e il desiderio. E questo possiamo
realizzarlo solo insieme."
"L´inchiesta di Roma," ha continuato don Zappolini, "dimostra
che il modello consociativo che ha dominato non solo nella
capitale produce corruzione, bassa qualità di intervento,
aggravamento dei problemi. Quando ci si limita solo al fare,
accettando deleghe in bianco da istituzioni interessate soltanto a
togliersi di mezzo le grane – e a favorire gli ´amici´ – non si
aiutano le persone e, anzi, si può scivolare più facilmente nel
malaffare. Denunciamo da anni l´assurdità delle varie
´emergenze´ – di immigrati, rom e non solo – costruite ad arte
nel nostro paese. Vediamo oggi i risultati di scelte improvvide
quando non scellerate. Le istituzioni pubbliche – Governo
centrale, Regioni, Comuni – devono assumersi responsabilità
chiare rispetto ai modelli con cui affrontano le questioni sociali:
la corruzione si batte promuovendo il lavoro sociale serio, che
coinvolge la comunità locale mediando se necessario, promuove
progetti individuali di integrazione, privilegia i piccoli numeri
invece di stipare masse di marginali in luoghi inadeguati. E
anche le centrali cooperative sono chiamate a dare risposte:
possiamo accettare cooperative sociali di centinaia e centinaia di
persone, quando non di qualche migliaio, che si accaparrano
appalti in tutta Italia, senza un radicamento territoriale e senza
garantire più alcuna reale democrazia interna? Nel dibattito oggi
sul futuro del terzo settore queste domande ci paiono centrali."
Per quanto riguarda, infine, le vicende romane, il CNCA chiede
di azzerare tutte quelle situazioni in cui sono coinvolti soggetti
sotto accusa nei procedimenti in corso e di rivedere tutti gli
appalti nel sociale emanati dal Comune di Roma negli ultimi
anni, e in particolare quelli riguardanti immigrati, rom e
tossicodipendenti.