Cara di Isola di Capo Rizzuto, un monito per tutti

17/05/2017
Condividiamo volentieri il COMUNICATO STAMPA CNCA

Cara di Isola di Capo Rizzuto,
un monito per tutti
Don Zappolini: “Va strutturato un modello di accoglienza che
privilegi strutture piccole
e adotti adeguati standard di qualità.
Terzo settore e Chiesa cattolica debbono vigilare,
contrastando soggetti evidentemente screditati”

Roma, 16 maggio 2017
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
apprende con grande preoccupazione, ma non con sorpresa, gli
esiti delle indagini che riguardano il Cara di Isola di Capo
Rizzuto.

“La nostra Federazione”, dichiara don Armando Zappolini,
presidente del CNCA, “aveva segnalato più volte, in diverse
sedi, tutti i dubbi e gli elementi di fatto che avevamo su un
personaggio – Leonardo Sacco, il referente per la Calabria delle
Misericordie – che numerosi nostri contatti locali, tra cui la
coraggiosa Carolina Girasole, indicavano come assai probabile,
se non certo, autore di affari loschi e pericolosi. È noto che ci
opponemmo con forza alla sua elezione nel coordinamento del
Forum, provocando non solo l´uscita delle Misericordie dal più
importante organismo di rappresentanza del terzo settore, ma
anche malumore in qualcuno che trovò la nostra opposizione
troppo intransigente.”

“A nostro avviso,” continua il presidente del CNCA, “i fatti di
Crotone sono un monito per tutti. In primo luogo, confermano
quello che sia noi sia i tanti soggetti sani e seri attivi nel campo
dell´accoglienza ai migranti denunciano da anni: le grandi
strutture di accoglienza non soltanto violano la dignità e i diritti
delle persone migranti, ma costituiscono anche un forte fattore
di attrazione per interessi illeciti e criminali. È ovvio che appalti
con importi elevati e gestiti con procedure non trasparenti
aprono un´autostrada per le organizzazioni criminali e mafiose.
Continuare a gestire le migrazioni come se fossero
un´emergenza, senza costruire un sistema diffuso di accoglienza,
costituito da strutture piccole e con adeguati standard
professionali, è il peccato originale che alimenta malaffare e
xenofobia. Ci dispiace notare che, anche con il decreto Minniti, si
continua a procedere nella direzione sbagliata.”

“In secondo luogo, riteniamo che sia il terzo settore sia la
Chiesa cattolica, la cui reputazione viene lesa da una vicenda di
tale ampiezza, debbano essere più vigili e incisivi nei confronti
di soggetti chiaramente screditati. Quando le informazioni
raccolte da più fonti autorevoli di un territorio evidenziano
situazioni particolarmente gravi, come in questo caso, è
doveroso prendere le distanze e, se possibile, contrastare le
attività di chi ha scelto di speculare sulla pelle dei più deboli e
marginali.”

Infine,” conclude don Zappolini, “come nel caso di Mafia
Capitale, dobbiamo assistere a un nuovo attacco indiscriminato
verso tutto il terzo settore (“il business dell´accoglienza”), che
finisce per mortificare anche coloro che tentano di dare risposte
di dignità ai bisogni delle persone migranti e criticano da tempo
i modelli e le procedure utilizzate nel settore dell´accoglienza,
senza suscitare reazioni significative e cambi di rotta da parte di
istituzioni e forze politiche. Cornuti e mazziati, insomma. Invece
di alzare polveroni, affrontiamo il fenomeno migrazioni con un
approccio all´altezza della sfida che esso comporta.”